martedì 22 febbraio 2011

Piove, governo ladro



Solo un’estate fa il riccioluto colonnello era in Italia. Accolto con tutti gli onori dal nanerottolo al Governo, aveva piantato la sua tenda a Villa Borghese e aveva pure avuto una schiera di giovani pulzelle alle quali spiegare il Corano incoraggiandole alla conversione religiosa.
Era arrivato qui quasi come un capo di Stato degno di onori, trattato con rispetto, come se non si trattasse invece di un dittatore sanguinario; addirittura Silvio si era esibito in un baciamano, cosa che oggi rende ancora più imbarazzante il silenzio o le poche parole spese da Berlusconi, ma anche dal nostro Ministro degli Esteri, sulla situazione in Libia.
Però, anche Gheddafi, come tutte le cose umane è destinato a finire, schiacciato dalla rivolta del popolo. E così ecco ieri, le immagini del leader libico, che appare per smentire le voci che lo volevano fuggiasco in Venezuela o in Francia.
Il colonnello rinchiuso in un garage umido, dentro una vecchia Ape 50, regge da solo l’ombrello per ripararsi dalla pioggia ( che fine hanno fatto le amazzoni di cui è sempre circondato? ). Vestito con giubbotto e colbacco con pellicciotto invece che con la divisa con cui era arrivato baldanzoso in Italia.
Insomma una cosa di una tristezza desolante a metà strada da un remake venuto male di Singing in the rain e le previsioni metereologiche; roba che al confronto pure il discorso del predellino del Cavaliere di Arcore pare roba da statista.
Per quanto ci riguarda , stiamo facendo la solita figura da Italietta nelle mani di un Governo schizofrenico; oggi su Repubblica l'articolo di Bernardo Valli "La primavera dei Popoli" una riflessione sulla situazione che ha coinvolto tutto il Medio Oriente, portando al rovesciamento dei regimi sanguinari e trovando la solidarietà di tutto il mondo Occidentale, Italia esclusa. Questa l'amara conclusione dell'articolo "Anche l'Europa è stata fedele ai suoi principi condannando la repressione e pronunciandosi in favore degli oppositori in rivolta. Soltanto l'Italia di Berlusconi ha mancato all'appuntamento d'onore per un paese democratico. Se l'insurrezione libica affogherà nel sangue, il governo italiano avrà la sua parte di vergogna"


PS- Io non so se il colonnello sia ancora a Tripoli o stia cercando ospitalità da un vecchio amico, capo di governo sessuomane dal culo flaccido, però dietro casa mia si è materializzato un sospetto tendone con la scritta " Circo Muammar". Fate voi

venerdì 18 febbraio 2011

Figli della mignottocrazia

Il termine lo prendo in prestito dal senatore, onorevole Paolo Guzzanti. Non più tardi di qualche mese fa, si era detto disgustato di ciò che avveniva in Italia, lui liberale che aveva creduto all’avventura berlusconiana, aveva coniato il termine “Mignottocrazia “ per indicare l’attuale situazione italiana : “ Il sistema mignottocratico consiste nel creare una classe dirigente di esseri umani clonati, robotici, composta prevalentemente da donne ma non soltanto, selezionati secondo criteri di sex appeal.
… La mignottocrazia come sistema di potere ha esattamente questo scopo ideologico: assuefare l’opinione pubblica con un continuo e rivendicato stupro delle regole, delle norme, delle consuetudini, introducendo una prassi apparentemente anarchica, l’esibita passione per le feste piene di ragazze in attesa del loro regalino, ma in realtà funzionale al mantenimento del potere”
Giustissimo cambiare idea. Solo gli idioti non cambiano idea. O i morti. Guzzanti mi pare non rientri in nessuna delle due categorie.
Il problema semmai è cambiarla in continuazione, perchè a furia di cambiare finisce che ti ritrovi esattamente al punto di partenza, come ad una rotatoria. E così è stato. Guzzanti partito liberale, finito nel PDL, diventato responsabile, rifinito a sostenere Berlusconi perché “ non c’è altra alternativa”. Sul fatto dell’alternativa non è che sia proprio d’accordo con il senatore, voglio dire per come stiamo messi, pure il famoso cavallo di Caligola potrebbe costituire un’alternativa, a mio avviso.
Però il senatore non è l’unico. Il gruppo di FLI è praticamente dimezzato. Il primo è stato Barbareschi, il trasformista, proprio colui che da attore consumato ( a proposito ma a lui niente Oscar come miglior attore non protagonista?) a Bastia Umbra, solo 2 mesi fa declamava commosso sulle note di Morricone il manifesto dei valori del nuovo partito , ecco lui torna da Silvio.
Ma la transumanza continua. Pontone, Menardi e Rosso salutano il gruppo FLI e tornano a casa. Futuro e libertà a rischio sopravvivenza al Senato dunque. Non so li direi , pure in Italia in generale quanto a futuro e a libertà non ce la passiamo mica tanto bene.
C’è da capirli però sti poveri onorevoli. Tengono famiglia, o il mutuo, o le rate della macchina.
E Silvio lo aveva detto: presto il governo avrà i numeri. Basta aspettare che passino i bonifici.

mercoledì 16 febbraio 2011

L’Italia dopo Berlusconi.

Oggi non ho molto da fare, perciò mi voglio impelagare in una discussione fantascientifica, che in confronto pure gli alieni di Giacobbo sono certezze matematiche.
Se ci dice culo questa volta forse, ma dico forse, riusciamo dopo 16 anni di proficuo berlusconismo a liberarci del nano una volta per tutte. Non è ancora detta l’ultima parola, ma io sono fiducioso per natura, che ci volete fare.
A questo punto la domanda è: se questo si leva dalle scatole, che fare dopo Berlusconi?
Prima cosa: brindare.
Seconda cosa: io per restare sul sicuro, oltre a levarci lui dalle scatole, farei una cosa tipo la XIII disposizione finale della Costituzione, insomma una cosetta tipo Savoia. Tradotto: fuori dai coglioni lui e tutta la discendenza sua a partire dalla cara Marina, senno qui rischia che passiamo da un Berlusconi all’altro e oltretutto Marina non è manco simpatica. Almeno il vecchiardo ha il senso dell’umorismo.
Terza cosa: fare una cazzo di legge sul conflitto di interessi. Sempre che al PD una cosa del genere non sembri troppo disturbo. Io ancora non mi capacito del secondo governo Prodi. Dico io, arrivi al Parlamento dopo una vittoria risicata, hai una maggioranza che scricchiola peggio del femore di una novantenne con l’osteoporosi, e che fa il governo appena insediato? Invece che tirar fuori dal cassetto un qualunque , dico qualunque progetto di legge sul conflitto di interessi e votarlo a tamburo battente, si applica sull’indulto. Quindi a sto giro, chiunque si trovi a vincere le elezioni, di qualunque schieramento politico sia, faccia sta benedetta legge , per favore.
Quarta cosa: annullare tutte le leggi ad personam fatte dal nanerottolo e mettere mano alle riforme. Partendo dal presupposto che le riforme vanno fatte nei campi dove davvero servono, e non tanto per passare il tempo. Per esempio, va benissimo la riforma della giustizia, ( non secondo la logica della P2 però) laddove permetta un miglioramento dell’attività giudiziaria sia sul fronte civile che penale; si ad una riforma scolastica magari andando a correggere anche le cazzate fatte dagli anni di berlusconismo e quindi ripristinando se ci riesce i contributi alla scuola pubblica e togliendoli a quelle private e cattoliche. Invece per fare l’esempio esattamente inverso , la modifica dell’articolo 41 della Costituzione non serve, è una cretinata saltata in mente alla coppia Berlusconi –Tremonti, mettiamocelo in testa. La nostra economia non va a rotoli per colpa della Costituzione, ma solo grazie al susseguirsi dei colpi d genio degli esperti economisti di cui Tremonti è solo (cronologicamente) l’ultimo degno rappresentante.
Le cose da fare poi sarebbero innumerevoli, non stiamo qui ad elencarle una per una senno non finiamo più e viene fuori una lista peggio di quella della spesa prima del cenone di Natale. Per esempio: divieto di candidatura per più di due legislature; divieto di candidatura se si è raggiunti da un qualunque provvedimento di natura penale e senza stare ad aspettare la condanna definitiva ; io ci aggiungere anche il blocco delle follie tipiche di questi anni di spensierata gaiezza berlusconiana e quindi: no al ponte sullo stretto che non ci serve anche perché non abbiamo una benedetta autostrada per arrivarci a sto ponte e comunque, come fa giustamente notare Cetto La Qualunque, quella è terra sismica e il ponte non regge; no pure alle centrali nucleari, ci mancano solo quelle fatte con la sabbia e le pareti in cartongesso e siamo a posto.
Direi che è urgente riprendersi ciò che avevamo prima. Intendiamoci. Non che prima di Berlusconi l’Italia fosse un paese incantato o il migliore dei mondi. Però c’era solidarietà sociale, c’era il rispetto delle istituzioni e c’era rispetto tra le Istituzioni, c’era un sentimento di unità che ora manca.
Ripartiamo da ciò che abbiamo. Ripartiamo da ciò che siamo. Ripartiamo dalla Costituzione. Abbiamo già tutto li, come scrisse Pietro Calamandrei
La Costituzione, vedete, è l’affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune, che se va affondo, va affondo per tutti questo bastimento. E’ la Carta della propria libertà. La Carta per ciascuno di noi della propria dignità d’uomo.”

 
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