mercoledì 8 settembre 2010

Le regole della democrazia

In questo lungo agosto caldo, invece del solito gossip su veline e calciatori e improbabili coppie dell’estate, tutti gli sguardi erano rivolti verso il Presidente della Camera, le vicissitudini della casa di Montecarlo e del suo arredamento, con gli scoop del Giornale sul modello di cucina scelto per l’appartamento.
Poi venne il giorno di Mirabello e le notizie sull’arredamento della casetta a Montecarlo hanno lasciato il passo alla domanda : cosa farà Berlusconi dopo il discorso di Fini?
Dopo un vertice con tutte le maestranze al servizio di sua maestà ecco la notizia: quando saranno liberi, magari tra un puttan tour e l’altro, Berlusconi e Bossi andranno da Napolitano a chiedere di spostare Fini da un’altra parte.
Si, così dice Bossi, leader incontrastato della lega, condottiero di schiere padane pronte a mollare lo spiedo e la salsiccia e partire dai verdi prati di Pontida verso la Roma ladrona pronti a difendere la democrazia.
Spostare il Presedente della Camera.
Come fosse un soprammobile, una di quelle bomboniere di capodimonte che hai ricevuto al matrimonio del tuo amico, uno di quei gingilli che sposti dallo scaffale per spolverare. Non è chiaro metterlo peraltro : impacchettato nella cantina di Palazzo Grazioli, venduto all’asta su e-bay; insomma una volta spostato, che ce ne facciamo .

Ma quello che più meraviglia non è tanto la boutade della premiata ditta Berlusconi –Bossi . Alle loro sciocchezze siamo abituati. Come dimenticare per esempio “ potremmo tirar fuori i fucili” oppure l’indimenticabile “Siamo veloci di mano e di pallottole: da noi costano 300 lire» del leader celodurista. Il premier da parte sua si difende il solito attacco alla magistratura, argomento sempreverde per Berlusconi, “Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche” o anche l’ormai celebre “Ho troppa stima per l'intelligenza degli italiani per credere che ci possono essere in giro tanti coglioni che votano per il proprio disinteresse”.

Stima immeritata alla luce dei fatti , dal momento che lui governa da 15 anni contro l’interesse degli italiani.
Quello che però è ancora più sconvolgente è che le pagine dei giornali, le trasmissioni e i dibattiti televisivi siano stracolmi delle discussioni su questa che senza tema di smentita potremmo definire tranquillamente una stronzata. Quintali di carta e fiumi di inchiostro, interviste a illustri giuristi e costituzionalisti, tutto per ribadire l’ovvio e cioè che abbiamo superato lo Statuto Albertino da un pezzo e che piaccia o no, le istituzioni non sono nelle disponibilità di Arcore.
Tutto questo ha un nome: si chiama democrazia.
Sarebbe pure ora che il Nano in doppiopetto e il buzzurro in canottiera se ne facessero una ragione.

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