venerdì 18 febbraio 2011

Figli della mignottocrazia

Il termine lo prendo in prestito dal senatore, onorevole Paolo Guzzanti. Non più tardi di qualche mese fa, si era detto disgustato di ciò che avveniva in Italia, lui liberale che aveva creduto all’avventura berlusconiana, aveva coniato il termine “Mignottocrazia “ per indicare l’attuale situazione italiana : “ Il sistema mignottocratico consiste nel creare una classe dirigente di esseri umani clonati, robotici, composta prevalentemente da donne ma non soltanto, selezionati secondo criteri di sex appeal.
… La mignottocrazia come sistema di potere ha esattamente questo scopo ideologico: assuefare l’opinione pubblica con un continuo e rivendicato stupro delle regole, delle norme, delle consuetudini, introducendo una prassi apparentemente anarchica, l’esibita passione per le feste piene di ragazze in attesa del loro regalino, ma in realtà funzionale al mantenimento del potere”
Giustissimo cambiare idea. Solo gli idioti non cambiano idea. O i morti. Guzzanti mi pare non rientri in nessuna delle due categorie.
Il problema semmai è cambiarla in continuazione, perchè a furia di cambiare finisce che ti ritrovi esattamente al punto di partenza, come ad una rotatoria. E così è stato. Guzzanti partito liberale, finito nel PDL, diventato responsabile, rifinito a sostenere Berlusconi perché “ non c’è altra alternativa”. Sul fatto dell’alternativa non è che sia proprio d’accordo con il senatore, voglio dire per come stiamo messi, pure il famoso cavallo di Caligola potrebbe costituire un’alternativa, a mio avviso.
Però il senatore non è l’unico. Il gruppo di FLI è praticamente dimezzato. Il primo è stato Barbareschi, il trasformista, proprio colui che da attore consumato ( a proposito ma a lui niente Oscar come miglior attore non protagonista?) a Bastia Umbra, solo 2 mesi fa declamava commosso sulle note di Morricone il manifesto dei valori del nuovo partito , ecco lui torna da Silvio.
Ma la transumanza continua. Pontone, Menardi e Rosso salutano il gruppo FLI e tornano a casa. Futuro e libertà a rischio sopravvivenza al Senato dunque. Non so li direi , pure in Italia in generale quanto a futuro e a libertà non ce la passiamo mica tanto bene.
C’è da capirli però sti poveri onorevoli. Tengono famiglia, o il mutuo, o le rate della macchina.
E Silvio lo aveva detto: presto il governo avrà i numeri. Basta aspettare che passino i bonifici.

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