mercoledì 16 febbraio 2011

L’Italia dopo Berlusconi.

Oggi non ho molto da fare, perciò mi voglio impelagare in una discussione fantascientifica, che in confronto pure gli alieni di Giacobbo sono certezze matematiche.
Se ci dice culo questa volta forse, ma dico forse, riusciamo dopo 16 anni di proficuo berlusconismo a liberarci del nano una volta per tutte. Non è ancora detta l’ultima parola, ma io sono fiducioso per natura, che ci volete fare.
A questo punto la domanda è: se questo si leva dalle scatole, che fare dopo Berlusconi?
Prima cosa: brindare.
Seconda cosa: io per restare sul sicuro, oltre a levarci lui dalle scatole, farei una cosa tipo la XIII disposizione finale della Costituzione, insomma una cosetta tipo Savoia. Tradotto: fuori dai coglioni lui e tutta la discendenza sua a partire dalla cara Marina, senno qui rischia che passiamo da un Berlusconi all’altro e oltretutto Marina non è manco simpatica. Almeno il vecchiardo ha il senso dell’umorismo.
Terza cosa: fare una cazzo di legge sul conflitto di interessi. Sempre che al PD una cosa del genere non sembri troppo disturbo. Io ancora non mi capacito del secondo governo Prodi. Dico io, arrivi al Parlamento dopo una vittoria risicata, hai una maggioranza che scricchiola peggio del femore di una novantenne con l’osteoporosi, e che fa il governo appena insediato? Invece che tirar fuori dal cassetto un qualunque , dico qualunque progetto di legge sul conflitto di interessi e votarlo a tamburo battente, si applica sull’indulto. Quindi a sto giro, chiunque si trovi a vincere le elezioni, di qualunque schieramento politico sia, faccia sta benedetta legge , per favore.
Quarta cosa: annullare tutte le leggi ad personam fatte dal nanerottolo e mettere mano alle riforme. Partendo dal presupposto che le riforme vanno fatte nei campi dove davvero servono, e non tanto per passare il tempo. Per esempio, va benissimo la riforma della giustizia, ( non secondo la logica della P2 però) laddove permetta un miglioramento dell’attività giudiziaria sia sul fronte civile che penale; si ad una riforma scolastica magari andando a correggere anche le cazzate fatte dagli anni di berlusconismo e quindi ripristinando se ci riesce i contributi alla scuola pubblica e togliendoli a quelle private e cattoliche. Invece per fare l’esempio esattamente inverso , la modifica dell’articolo 41 della Costituzione non serve, è una cretinata saltata in mente alla coppia Berlusconi –Tremonti, mettiamocelo in testa. La nostra economia non va a rotoli per colpa della Costituzione, ma solo grazie al susseguirsi dei colpi d genio degli esperti economisti di cui Tremonti è solo (cronologicamente) l’ultimo degno rappresentante.
Le cose da fare poi sarebbero innumerevoli, non stiamo qui ad elencarle una per una senno non finiamo più e viene fuori una lista peggio di quella della spesa prima del cenone di Natale. Per esempio: divieto di candidatura per più di due legislature; divieto di candidatura se si è raggiunti da un qualunque provvedimento di natura penale e senza stare ad aspettare la condanna definitiva ; io ci aggiungere anche il blocco delle follie tipiche di questi anni di spensierata gaiezza berlusconiana e quindi: no al ponte sullo stretto che non ci serve anche perché non abbiamo una benedetta autostrada per arrivarci a sto ponte e comunque, come fa giustamente notare Cetto La Qualunque, quella è terra sismica e il ponte non regge; no pure alle centrali nucleari, ci mancano solo quelle fatte con la sabbia e le pareti in cartongesso e siamo a posto.
Direi che è urgente riprendersi ciò che avevamo prima. Intendiamoci. Non che prima di Berlusconi l’Italia fosse un paese incantato o il migliore dei mondi. Però c’era solidarietà sociale, c’era il rispetto delle istituzioni e c’era rispetto tra le Istituzioni, c’era un sentimento di unità che ora manca.
Ripartiamo da ciò che abbiamo. Ripartiamo da ciò che siamo. Ripartiamo dalla Costituzione. Abbiamo già tutto li, come scrisse Pietro Calamandrei
La Costituzione, vedete, è l’affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune, che se va affondo, va affondo per tutti questo bastimento. E’ la Carta della propria libertà. La Carta per ciascuno di noi della propria dignità d’uomo.”

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E' difficile pensare a un dopo Berlusconi. -L'opposizione vive da 17 anni in simbiosi con il premier. Se fai dell'antiberlusconismo la tua campagna mediatica significa evidentemente che c'è una grande pochezza di idee.
-La destra è scomparsa. Fini ha fatto il suo più grande errore votando per 16 anni tutte le leggi ad personam di B. e della sua cricca.Svegliato troppo tardi.

Quello che preannuncio io è a rinascita della democrazia cristiana, o cmq di un grande partito di centro dove confluiranno tutti i moderati.
D'altronde la chiesa è tutt'ora il potere indiscusso in Italia. Ora che B. è alla frutta lo stanno scaricando pure loro.
Ci manca solo la mafia che si dissocia da B., così poi gli rimane solo il fido ex-comunista Bondi, l'ex piduista Cicchitto e la demente Santanchè.

capitan_harlock ha detto...

Sono d'accordo con te. Per 16 anni la politica italiana non ha visto oltre Berlusconi, a destra e a sinistra. Tutti hanno qualcosa da farsi perdonare.
In realtà c'è un altro punto che non ho messo nel post, forse perchè è quello di più improbabile realizzazione. Un pulizia della politica, non intesa solo nel senso morale o penale, dico proprio di spazzare via la vecchia classe dirgente.Siamo passati dalla prima alla seconda repubblica sempre con gli stessi politici, che però magari cambiavano casacca o idee. Azzeriamo tutto questo. Come in America. Li quando finisci il mandato presidenziali ti intestano una biblioteca e tante care cose, ritirati a vita privata e mandace na cartolina. Perchè noi non possiamo fare lo stesso?

Anonimo ha detto...

Forse perchè molte persone che escono dal parlamento rischiano seriamente di trovarsi fuori dalle stanze del potere se, come dici giustamente tu si attua una purificazione e un ricambio generazionale di politici. Tu guarda la porcata che hanno fatto con le liste bloccate dove il leader decide praticamente chi andrà in parlamento. E poi ci prendono per il culo facendoci credere che decidiamo noi con le primarie. Forse ci meritiamo una classe dirigente politica corrotta e malfamata.

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