...a mettere in atto quel disegno eversivo che coinvolge praticamente il mondo intero contro Silvio Berlusconi.
Fanno parte del movimento eversivo che mira a far crollare il governo, costituito per volontà popolare:
- i coglioni e i farabutti che erano in Piazza del Popolo sabato 3 ottobre
- i soggetti mentalmente disturbati che bivaccano nei tribunali
- la stampa nazionale capeggiata dal gruppo Espresso/Repubblica
- la stampa internazionale al soldo dei cattocomunisti
Questa la visione del nostro Presidente, il più grande statista dell’ultimo secolo o molto più semplicemente il primo Presidente del Consiglio in formato sedici noni, l’uomo carismatico che ora teme proprio quell’arma di cui lui stesso è stato il creatore: il popolo, quel popolo che non riesce più a sedurre con i suoi trucchetti demagogici, quel consenso popolare che aveva definito “imbarazzante” tanto era alto e che ora sembra sfuggirgli, quella piazza che lo incoronò durante il famoso discorso del predellino
Io ho ritrovato quello che era il vero sentimento di quella piazza nell’editoriale di Eugenio Scalfari pubblicato su Repubblica il 4 ottobre 2009 di cui riporto un breve stralcio
“Non era una folla, era un popolo che gremiva fino all'inverosimile non solo la piazza ma l'adiacente piazzale Flaminio, le balconate e le terrazze del Pincio, la via di Ripetta, la via del Corso fino a piazza Augusto, la via del Babuino. (…) Dico che non era una folla ma un popolo perché non erano lì per ascoltare e osannare un leader, un capo carismatico alle cui parole e al cui fascino avrebbero agganciato le loro pulsioni, i loro sogni, le loro attese. Erano lì in nome di convinzioni maturate da tempo, d'una visione propria e condivisa del bene comune, del rifiuto della demagogia.”
Fanno parte del movimento eversivo che mira a far crollare il governo, costituito per volontà popolare:
- i coglioni e i farabutti che erano in Piazza del Popolo sabato 3 ottobre
- i soggetti mentalmente disturbati che bivaccano nei tribunali
- la stampa nazionale capeggiata dal gruppo Espresso/Repubblica
- la stampa internazionale al soldo dei cattocomunisti
Questa la visione del nostro Presidente, il più grande statista dell’ultimo secolo o molto più semplicemente il primo Presidente del Consiglio in formato sedici noni, l’uomo carismatico che ora teme proprio quell’arma di cui lui stesso è stato il creatore: il popolo, quel popolo che non riesce più a sedurre con i suoi trucchetti demagogici, quel consenso popolare che aveva definito “imbarazzante” tanto era alto e che ora sembra sfuggirgli, quella piazza che lo incoronò durante il famoso discorso del predellino
Io ho ritrovato quello che era il vero sentimento di quella piazza nell’editoriale di Eugenio Scalfari pubblicato su Repubblica il 4 ottobre 2009 di cui riporto un breve stralcio
“Non era una folla, era un popolo che gremiva fino all'inverosimile non solo la piazza ma l'adiacente piazzale Flaminio, le balconate e le terrazze del Pincio, la via di Ripetta, la via del Corso fino a piazza Augusto, la via del Babuino. (…) Dico che non era una folla ma un popolo perché non erano lì per ascoltare e osannare un leader, un capo carismatico alle cui parole e al cui fascino avrebbero agganciato le loro pulsioni, i loro sogni, le loro attese. Erano lì in nome di convinzioni maturate da tempo, d'una visione propria e condivisa del bene comune, del rifiuto della demagogia.”
Non eravamo una folla, eravamo un popolo. Cittadini e non sudditi.
Se ne faccia una ragione, signor Presidente.
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