martedì 20 luglio 2010

Un Paese normale?


E’ sempre un piacere risvegliarsi in un Paese dove si prendono appalusi a vagonate solo per aver ribadito l’ovvio.
Gianfranco Fini, alle celebrazioni in Via D’Amelio, a 18 anni dalla strage che uccise il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, viene accolto prima da contestazioni da parte del popolo delle Agende Rosse e poi da applausi quando ribadisce “Mangano è un cittadino condannato per mafia e non può essere un eroe”
Parole sacrosante.
In un Paese normale questa dichiarazione non avrebbe avuto bisogno di esistere
In un paese normale Berlusconi non proclamerebbe Mangano un eroe, vincendo le elezioni
In un Paese normale del resto uno che monopolizza l’opinione pubblica con quattro televisioni, diversi giornali e una casa editrice, sarebbe almeno sfiorato dal sospetto del conflitto di interesse.
In un Paese normale un governo lavorerebbe per il Paese e non per la cricca
In un Paese normale, in piena recessione economica, magari qualcuno si ricorderebbe che un dicastero fondamentale, come quello dello Sviluppo Economico, è ancora senza un titolare e ricoperto ad interim dallo stesso spilungone che nel tempo libero si diletta a duettare con Aznavour .
In un paese normale un premier plurinquisito, piduista, con sospetti di collusioni mafiose non resterebbe al suo posto.
In un paese normale Berlusconi non sarebbe Presidente del Consiglio.
In un paese normale...

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