lunedì 24 gennaio 2011

Favoreggiamento aggravato


"Per me Cuffaro è una persona onesta, ho fiducia in lui. Mi assumo la responsabilità di ritenerlo una persona onesta. Quando e se verrà dimostrata una cosa diversa, vorrà dire che mi sbagliavo." Pierferdinando Casini, 7 febbraio 2006.
Si sbagliava.


Il senatore Cuffaro, quello che festeggiò incautamente con i cannoli alla ricotta la sentenza che riduceva a cinque la pena di sette anni richiesta dall'accusa e derubricava il reato a favoreggiamento semplice, adesso è stato definitivamente condannato a sette anni di reclusione per il reato di favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio. L’onorevole sta ancora tra l’altro attendendo un’altra sentenza, questa volta in primo grado, per concorso esterno in associazione mafiosa; in pratica una sorta di co.co.pro. di Cosa Nostra.
I giornali ci fanno sapere che il sant’uomo ha atteso la sentenza in chiesa, pregando. Direi che stavolta le preghiere sono state ascoltate, non le sue magari…
Il senatore si è dimostrato un uomo tutto d’un pezzo; saputa la notizia della condanna è tornato a casa , ha preso i suoi effetti personali, si è costituito ai carabinieri e il giorno stesso è entrato nel carcere di Rebibbia. Questo suo atteggiamento gli è valso il plauso e la vicinanza di tutti, politici e anche magistrati. Siamo così abituati ad un politico che attacca quotidianamente la magistratura, che quando uno condannato a sette anni di reclusione va in galera come tutti i comuni mortali e senza gridare al golpe, diventa un esempio da seguire.
Le parole di Cuffaro appresa la sentenza sono state “adesso affronterò la pena come è giusto che affronti un uomo delle istituzioni ed ora viene chiamato a sopportare una prova.”.
Se l’uomo delle istituzioni, avesse pensato a fare l’uomo delle istituzioni e basta invece che tutelare gli interessi dell’associazione mafiosa, magari questa prova gli sarebbe stata risparmiata. Per me il cittadino Salvatore Cuffaro, non più onorevole e non più senatore perché la condanna ha come conseguenza l’interdizione dai pubblici uffici e pertanto anche la decadenza dalla posizione ricoperta attualmente in Senato, non è un esempio da seguire, non è il patriota che si immola per la causa, non è il caduto in una guerra ingiusta. E’ un condannato per favoreggiamento aggravato in associazione mafiosa. Non vorrei che tra decenni a qualcuno dovesse mai balenare in testa l’idea di intitolargli una strada “ Salvatore Cuffaro - condannato per mafia"

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