giovedì 11 agosto 2011

Libertà di licenziamento

Roma, 11 agosto 2011



Oggetto: notifica di licenziamento

On Silvio Berlusconi,Presidente del Consiglio dei Ministri
On Giulio Tremonti, Ministro del tesoro,

con la presente Vi informiamo che abbiamo deciso di procedere al Vostro licenziamento, che dovrà intendersi operativo a partire dalla data odierna.


Tale provvedimento viene adottato per la seguente motivazione: completo disinteresse nei confronti delle sorti dello Stato, utilizzo delle cariche pubbliche esclusivamente per il perseguimento dei fini personali, corruzione, incapacità assoluta e totale di governare il Paese.
In altre parole: avete in mano questo paese da ben 17 anni e siamo nel baratro; ragione oggettiva per levarsi dai coglioni.


Trattandosi di un licenziamento per giusta causa, per i giorni di mancato preavviso non verrà corrisposta alcuna indennità sostitutiva, ma siamo certi che quanto racimolato in questi lunghi anni di duro lavoro saranno sufficienti per garantire una serena e dignitosa vecchiaia e/o ritorno alle occupazioni svolte prima che qualcuno avesse la malaugurata idea di affidarvi il Governo dello Stato.
Vi invitiamo a prendere contatto con l’Ufficio Personale per la restituzione di quanto dovuto a questo Paese.
Distinti saluti.

venerdì 5 agosto 2011

Delenda est

Catone il Censore, senatore romano, era solito concludere le sue orazioni con la frase "Carthago delenda est", Cartagine deve essere distrutta. Poco importava di cosa si discutesse, Cartagine era per Catone all'incirca quello che la legge, anzi la Costituzione è per Berlusconi: qualcosa di cui liberarsi quanto prima.

Sono circa 20 ani che Berlusconi e il suo governo tentano sistematicamente di distruggere il Paese e ridurlo ad un cumulo di fumanti macerie, ma ogni volta che si tenta di affondare il colpo c'è sempre questa benedetta Carta Costituzionale di mezzo, quei 139 articoli scritti dai padri costituenti che certo non immaginavano che quelle regole sarebbero state l'unico baluardo contro il brianzolo venditore di pentole.

Oggi , nonostante il miglior Presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni, nonostate un ministro dell'economia che si ritiene un genio ( anche se incompreso) e nonostante all'interno del governo sieda un illustre economista come Renato Brunetta (colui che per sua stessa ammissione avrebbe meritato il Nobel per l'economia. Sulla fiducia credo, come il Nobel per la pace di Obama), insomma nonostante questo trust di cervelli, pure noi siamo in piena crisi finanziaria.

Anche stavolta la colpa è dei soliti noti: i comunisti, i giornali, e pure la Costituzione. Questo il ragionamento: c'è crisi perchè il governo non ha poteri, è bloccato dalla Costituzione. I padri costituenti avevano paura di ripiombare nel fascismo e quindi non hanno dato al premier i poteri necessari per affrontare qualunque questione. Ed ecco la soluzione : la modifica della Costituzione. Non tagli equamente distribuiti, non misure per la crescita, nè sostegno all'occupazione, solo la modifica della Carta. La domanda a questo punto nasce spontanea: come?

Innanzitutto inserendo in Costituzione il vincolo del pareggio di bilancio, ma soprattutto con la riforma di quella parte, i rapporti economico-sociali, che sta stretta a Berlusconi e compagnia. Verrà riscritta quindi la parte che riguarda la libertà d'impresa e i rapporti economici e verrà decisamente semplificata.

La madre di tutte le riforme economiche passa per il concetto: libero tutto ciò che non è espressamente vietato. In pratica: fate un po come cazzo vi pare.
Del resto, cosa potevamo aspettarci dal Popolo delle libertà...

lunedì 1 agosto 2011

Piccolo vademecum per le rivoluzioni

Dedicato ai ribelli siriani ... almeno a quelli rimasti in vita dopo le repressioni del regime.

Quando si è in balia di un regime sanguinoso e non di un dittatorello da strapazzo con i tacchi e il cranio asfaltato che l'unica cosa che può fare è istigarti al suicidio raccontandoti un'altra delle sue barzellette, ecco in quel caso è necessario tenere presenti alcuni punti:
- cercare di stare sull'onda. L'avevano battezzata la "primavera araba", quindi ragazzi miei, o siete in anticipo per la prossima di primavera o in netto ritardo per questa; in ogni caso presentarsi a ferragosto non depone certo a vostro favore, e questo ci porta al punto successivo e cioè
- mai cominciare una rivoluzione in coincidenza con il primo week end di esodo estivo. Finisce che nesuno vi da retta perchè sono tutti bloccati in autostrada, vittime delle famose partenze intelligenti.
Altra cosa da tenere presente: mai cominciare una rivoluzione se non fai parte di quei paesi che hanno giacimenti petroliferi. Va bene esportare la democrazia, ma francamente anche quello pare un mercato in declino, e comunque la democrazia costa; perciò, o avete qualcosa da barattare o della vostra libertà non interessa niente a nessuno.
- mai cominciare una rivoluzione con gli USA che rischiano il default. E' normale che quelli spenderanno due parole, vi saranno moralmente vicini e poi torneranno a preoccuparsi di come affrontare i mercati internazionali che al momento , sembrano più pericolosi dei carri armati del Presidente Assad.
In altre parole, siete in una posizione davvero scomoda, e per aggiungere panico al panico, sgomento alla disperazione, vi basti sapere che Frattini ha lanciato un appello (sempre che abbia capito davvero dove cazzo sta la Siria) chiedendo "la cessazione delle violenze e l'attuazione delle riforme attraverso un dialogo con l'opposizione".
Le disgrazie non vengono mai da sole...

 
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