Sarà stato per rispondere a questa fatidica domanda che gli americani, ormai 40 anni fa sono partiti, armi e bagagli alla conquista dello spazio a cominciare dal nostro silenzioso e biancastro satellite.
Ovviamente gli americani erano andati li ben preparati, avevano studiato tutto, compreso la frase che Neil Armstrong avrebbe consegnato alla storia “un piccolo passo per un uomo, un balzo da gigante per l’umanità” si erano portati dietro la bandiera e la polaroid per immortalare il momento, mancava solo un registratore per intonare l’inno americano da ascoltare mano sul cuore li nello spazio.
Oggi tutto il mondo festeggia i tre uomini dello spazio e quelli che seguirono dopo di loro, perché subito dopo il primo allunaggio, la rotta terra-luna era tra le più gettonate, tutti su per tornare indietro carichi di sabbia e rocce. Ma accanto a questi uomini che hanno impresso le loro orme sul nostro satellite, ci sono altri tre uomini, anche loro passati alla storia, per essere stati tra i più sfortunati (a parte quelli morti) missionari dello spazio, i tre componenti dell’ equipaggio dell’Apollo 13.
Numero sfortunato il 13 in America, ma si sa che gli eroi americani non temono il destino e la casualità perciò l’ 11 aprile 1970 l’ Apollo 13 parte da Cape Canaveral e 55 ore dopo loro, gli astronauti che non alluneranno mai, consegneranno alla storia e ai posteri la fatidica frase:”Ok Houston , abbiamo un problema” e per i successivi per quattro giorni, il modo seguirà con il fiato sospeso la sorte dei tre prigionieri della navicella.
E così ai tre sfortunati ma simpatici astronauti vanno gli onori di un film, mentre ai primi pionieri della luna, resta una paginetta nei libri di storia e il dubbio che di fatto loro a saltellare nel Mare della Tranquillità non ci siano mai arrivati, ma che, in una grande teoria del complotto , fossero invece richiusi in qualche studio televisivo a recitare il più importante e longevo falso della storia.
Ovviamente gli americani erano andati li ben preparati, avevano studiato tutto, compreso la frase che Neil Armstrong avrebbe consegnato alla storia “un piccolo passo per un uomo, un balzo da gigante per l’umanità” si erano portati dietro la bandiera e la polaroid per immortalare il momento, mancava solo un registratore per intonare l’inno americano da ascoltare mano sul cuore li nello spazio.
Oggi tutto il mondo festeggia i tre uomini dello spazio e quelli che seguirono dopo di loro, perché subito dopo il primo allunaggio, la rotta terra-luna era tra le più gettonate, tutti su per tornare indietro carichi di sabbia e rocce. Ma accanto a questi uomini che hanno impresso le loro orme sul nostro satellite, ci sono altri tre uomini, anche loro passati alla storia, per essere stati tra i più sfortunati (a parte quelli morti) missionari dello spazio, i tre componenti dell’ equipaggio dell’Apollo 13.
Numero sfortunato il 13 in America, ma si sa che gli eroi americani non temono il destino e la casualità perciò l’ 11 aprile 1970 l’ Apollo 13 parte da Cape Canaveral e 55 ore dopo loro, gli astronauti che non alluneranno mai, consegneranno alla storia e ai posteri la fatidica frase:”Ok Houston , abbiamo un problema” e per i successivi per quattro giorni, il modo seguirà con il fiato sospeso la sorte dei tre prigionieri della navicella.
E così ai tre sfortunati ma simpatici astronauti vanno gli onori di un film, mentre ai primi pionieri della luna, resta una paginetta nei libri di storia e il dubbio che di fatto loro a saltellare nel Mare della Tranquillità non ci siano mai arrivati, ma che, in una grande teoria del complotto , fossero invece richiusi in qualche studio televisivo a recitare il più importante e longevo falso della storia.
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