lunedì 16 maggio 2011

Votare contro



Un lunedì mattina trascorso nell’attesa di sapere chi ha vinto nella singolar tenzone delle amministrative, nell’attesa di sapere se a Milano vince la moderata batmamma Moratti che nelle fila dei suoi sostenitori annovera il moderatissimo Lassini ( quello dei manifesti, “fuori le BR dalle procure”) o il comunista Pisapia, amico in gioventù dei terroristi che evidentemente , essendo avvocato, frequentava nel palazzo di giustizia milanese, dove si sa, i terroristi , anzi le BR abbondano.

Comunque vada l’importante è votare contro.

Ormai non si vota per un ideale, per un’idea o per raggiungere un obiettivo. Si vota contro. Poco importa contro cosa o contro chi.

Si vota contro Berlusconi e la sua cricca. E su questo sono pienamente d’accordo.

Oppure si vota contro i comunisti, comunque ormai ridotti a mera figura retorica.

Si vota contro le leggi , pessime, di questo governo , oramai semplice comitato esecutivo degli interessi personali del premier, oppure si vota contro le ipotetiche leggi che un altro governo di segno opposto potrebbe fare. Anche se immaginare che possa fare di peggio è francamente difficile.

Si vota contro gli stranieri. Perché non li sopportiamo a prescindere, perché puzzano e perché vengono qui a prenderci il lavoro.

Si vota addirittura contro i giudici, come titola Il Giornale di oggi, che chiede un ultimo sforzo agli elettori che vogliono contare più dei PM. Ma da quando i giudici sono parte in causa in una tornata elettorale?

Pure l’astensionismo viene spacciato come voto contro tutto e contro tutti, invece che come ciò realmente è : semplice menefreghismo o peggio resa incondizionata al vincitore. Chiunque esso sia.

Le campagne elettorali sono contro. Non un programma, non un’idea, non un sogno.

Sarebbe bello ripartire da una buona politica. Ormai non ci siamo più abituati, assuefatti come siano allo scadente teatrino offerto dai nostri politici.

Sarebbe bello ripartire da una politica di fatti, oltre che di parole.

Per quanto al momento, già una politica di belle parole sarebbe un grande passo avanti.

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