martedì 28 giugno 2011

Non sapevo di vivere in Cina…




Art. 21, comma 1, della Costituzione italiana: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”
Le parole sono importanti. L’articolo dice: con ogni mezzo di diffusione. Sicuramente i padri costituenti non potevano pensare alla rete e ad internet quando nel 1948 scrissero l’articolo, ma una cosa era certa: non volevano porre limiti al diritto di libera espressione del pensiero, un diritto risalente addirittura all’illuminismo, quando si ritenne che la libertà di espressione fosse connaturata con la natura razionale dell’uomo.
Un diritto acquisito dunque, un diritto da non mettere in discussione, almeno non in uno Stato come l’Italia che si definisce democratico e che addirittura questa democrazia pure la esporta nei paesi meno fortunati. Magari ne abbiamo esportata così tanta che siamo rimasti senza noi…
Il 6 luglio prossimo entrerà in vigore un decreto dell’Agcom, l’autorità garante della concorrenza (si quella stessa Autorità che permette a Berlusconi di impazzare su tutti i telegiornali italiani, per dire che lui le elezioni non le ha perse, le ha pareggiate. Come gli americani in Vietnam). Questo decreto, fortemente voluto da Mediaset, parte dalla volontà di tutelare il diritto d’autore , ma si trasforma di fatto in una vera e propria censura per la rete.
Il decreto prevede infatti che laddove vi sia anche solo il “sospetto” di una violazione del diritto d’autore in merito anche ad un solo contenuto di un sito internet,( qualunque sito internet senza distinzione alcuna, sia esso giornale on line, portale, o anche un semplic blog o un vostro profilo privato di facebook per esempio), si impone la cancellazione del contenuto entro 48 ore.
In pratica se postate il video della vostra canzone preferita su facebook e il mattino dopo il vostro profilo è scomparso, sarà perché siete stati anche voi vittime della censura. Anche questo blog, che spesso ha utilizzato liberamente contenuti multimediali reperibili in rete è sospetto di violazione delle norme del diritto d’autore.
Si noti che qui si parla di sospetto di violazione. Basta il semplice sospetto per cancellare un contenuto, per oscurare un blog.
Ma non eravamo tutti garantisti?

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